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Grandi speranze – agli albori dell’arte di Jimmy Liao

Ogni volta che vado in Cina, la tappa in libreria è obbligatoria. E ogni volta in libreria, non esco prima di aver trovato l’angolo dedicato a Jimmy Liao. Lo scorso giugno, a Shanghai, ho comprato questo libro, edito in Cina nel 2014 (e non ancora pubblicato in Italia). In realtà, non si tratta di un vero e proprio albo, ma di un notebook, uno speciale taccuino per i lettori. Solo illustrazioni, nessuna parola e tanto spazio bianco in cui dar via libera alla fantasia, dare spazio ai pensieri, lasciarsi ispirare. La sua particolarità è che raccoglie le primissime illustrazioni di Jimmy Liao. Tutte rigorosamente in bianco e nero o seppia. Nessun colore. Sono le illustrazioni che anticipano le sue prime pubblicazioni del 1998, frutto di quel periodo di convalescenza dalla malattia, in cui la sua vita mutò radicalmente.  Una nuova visione della realtà, profonda e malinconica, di cui le immagini divengono riflesso, e anche riflessione. In quarta di copertina, poche ed essenziali parole dell’autore. Come lui stesso ammette, non si tratta di illustrazioni di particolare rilievo, …

Quegli strani giorni in Cina in attesa del futuro

  Alcune settimane fa, al Centro Italiano per la Fotografia di Torino, ho visitato una mostra molto interessante dedicata all’artista cinese al momento più conosciuto e controverso, Ai Weiwei. Tra le opere esposte e i diversi momenti e luoghi che hanno segnato il suo percorso artistico, c’è la sezione Beijing Photographs 1993-2003 (“Fotografie di Pechino, 1993-2003”) da cui l’artista stesso ha scelto l’immagine guida dell’intera mostra. E’ una fotografia del 2003 dal titolo The Forbidden City during the SARS Epidemic (“La Città Proibita durante l’epidemia SARS”). Come racconta l’introduzione del Centro: “In questo autoritratto, che somiglia a un selfie ante litteram, Ai Weiwei è solo nella Città Proibita, svuotata dall’epidemia che ha isolato la Cina dal resto del mondo per sei mesi e che ha trasformato in città fantasma moltissimi tra villaggi e cittadine”. In quel periodo mi trovavo anche io in Cina e vedere quelle foto ha fatto emergere in me molti ricordi e pensieri. Quando è scoppiato il caso SARS in Cina, erano circa 5/6 mesi che vivevo a Shanghai, grazie a una …